Questa è la storia dell’incontro di due intenti, due anime artistiche che si sono conosciute, o meglio riconosciute, nel 2022, al Festival d’Avignon. Ad Avignone, durante il periodo del festival, ci sono 140 spazi teatrali, animati da 1200 compagnie provenienti da tutto il mondo. Ogni anno la cittadina si popola di milioni di persone. L’Atelier 44, il teatro che da due anni ospita il nostro lavoro, è un dojo raccolto e accogliente, ed è lì che abbiamo conosciuto Grég e la sua compagnia De l’âme à la vague (dall’anima all’onda). Il suo spettacolo Lettre aux paysans, poetico e radicale, ci ha subito fatto capire che sì, tra noi c’era intesa, avevamo qualcosa in comune, qualcosa da raccontare, qualcosa di forte e difficilmente spiegabile a parole. E infatti ci abbiamo messo un anno a trovare le parole giuste per raccontare il nostro incontro.
Cosa ci muove? Il desiderio e la convinzione di promuovere, attraverso la nostra arte, piccole rivoluzioni, gettare il sasso nell’acqua e trasmettere un modo sano e amorevole di fare comunità, e insieme perseverare nelle azioni di lotta. Lotta attraverso il teatro? Sì, e molto spesso funziona. Il teatro è uno strumento molto efficace, pericoloso, anche se in Italia siamo abituati a un teatro sopito, istituzionalizzato, cadaverico. Non è infrequente l’arresto di registi/e, drammaturghi/e e performer, come avvenuto di recente in Russia, o la censura di spettacoli teatrali. Noi stessi in Tunisia ci siamo trovati/e ad adattare in parte Il coro di Babele, ma questa è un’altra storia di cui parleremo nella prossima #BàPLetter💌 (anzi, se non sei ancora iscritto/a, puoi farlo cliccando qui). Per non andare troppo lontano Laissez parler les terres, altro spettacolo della compagnia De l’âme à la vague, è una pièce del 2016, creata con l’obiettivo di preservare l’ambiente impedendo la costruzione dell’autostrada Lione-Saint-Étienne, città già collegate da un’autostrada che passa per la città di Givors. Perché“raddoppiare” l’autostrada deturpando la valle del Gier? Una domanda e uno spettacolo riuscito: l’autostrada non è stata mai più costruita. Noi nella valle del Gier ci siamo andati/e, abbiamo conosciuto i luoghi che per Grég sono chez moi, espressione che in francese significa casa nella sua accezione calda e sentimentale. Abbiamo celebrato la fine della vendemmia, prima di partire, insieme, per la Tunisia. Ed è proprio in Tunisia, sulla spiaggia di Sousse, che abbiamo ufficializzato il nostro incontro. Lo abbiamo fatto a partire dalla nostra forma preferita: il cerchio, uno spazio ecosistemico e non gerarchico, che ci pone in una relazione con l'altro e l'altra completamente paritetica e disarmata. Il nostro cerchio teatrale ha accolto alcuni bagnanti, con il desiderio spontaneo di partecipare: ecco iniziato il nostro lavoro insieme, Barbe à Papa Teatro e De l’âme à la vague sono gemellate. Riportiamo di seguito il manifesto del nostro gemellaggio.
Il manifesto di Sousse
Perché il suono delle onde cullerà sempre le nostre coscienze.
Perché il teatro e il mare sono sinonimi.
Perché le nostre parole, le nostre voci e i nostri corpi sono per il teatro ciò che le onde sono per il mare.
Perché un giorno ad Avignone abbiamo capito che il nostro incontro non era un caso.
Perché il teatro è uno dei modi migliori, se non il migliore, per provare a prendersi cura di un mondo che ha bisogno di comprensione universale.
Perché ci siamo riconosciuti e riconosciute nella convinzione comune che l'arte e il teatro sono la nostra forma di resistenza in questo mondo, forte ma non violenta, dolce e leggera come lo zucchero filato, ci siamo riconosciuti e riconosciute come esseri umani accoglienti e appassionati, anime dello stesso mare, nel desiderio di lottare con la forza di un'onda e la dolcezza dello zucchero.
Perché crediamo nell'unità mondiale, e sappiamo che il Mar Mediterraneo ne è uno dei più fedeli ambasciatori. Perché dovunque ci troviamo sulla Terra, i nostri fiumi confluiscono nello stesso mare.
Perché siamo tutte e tutti fiumi dello stesso mare.
Perché il mare è unico, ogni onda è differente.
Perché la Tunisia doveva essere il paese che ci avrebbe riuniti e riunite, noi che veniamo dalla Francia e dall'Italia, dalla Sicilia e dalla Loira, da Saint-Étienne e da Palermo, Roma, Catania, Valencia, Ferrara, Partinico.
Noi Chiara, Claudio, Federica, Grégory, Nathan, Roberta e Totò
Dichiariamo che le nostre rispettive compagnie,
Barbe à Papa Teatro e De l'âme à la vague,
Sono gemellate, con il mare e il suono delle sue onde come Testimoni,
Dichiariamo la nostra convinzione a creare insieme e fare in modo che il teatro ci renda ancora più vicini e vicine. Con tutta la nostra gratitudine verso il Mar Mediterraneo. A Sousse,
Domenica 8 ottobre 2023
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